POST BREVE DI SFOGO

Questo 2018 non mi convince molto, è iniziato in una maniera strana, è stato un capodanno di liti e stress e il mese di gennaio non è stato diverso. Tra influenza presa da tutta la famiglia, il mio occhio che ormai lacrima da 6 mesi (adesso sappiamo per un'occlusione del canale lacrimale) e le varie visite che ne sono seguite, una lite significativa con mio padre che ha rovinato per smepre quello che avevamo o che io pensavo avessimo e per non farci mancare nulla a mio padre è stato trovato un tumore. Diciamo che la teoria secondo la quale gli anni pari sono migliori dei dispari ha come un eccezione il 2018... speriamo che la situazione migliori. 

Nel frattempo sono qui a scrivervi nuovamente della febbre del piccolo Checco ma questa volta non voglio farlo come qualunque mamma apprensiva ma voglio farlo da un punto di vista totalmente nuovo.
Ieri notte il mio piccolo si è svegliato per la tosse, la febbre era alta e lui mi ha chiesto di bere un po' di latte, siamo andati in cucina a prepararlo e ci siamo messi sul divano a berlo e ad attendere che le medicine lo sfebbrassero. Mentre ero lì, lo guardavo tutto abbracciato a me e ho pensato che un giorno queste nottate, tanto pesanti, saranno un ricordo e mi mancheranno molto. Non sono felice che Checco stia male, anzi sono nervosa e agitata, mi dispiace che soffra e ho sempre paura che le convulsioni tornino, ma lui era lì, abbracciato a me, si fidava ciecamente e io ero il suo conforto e questo mi ha fatto sentire importante.

Ci sono periodi per ogni donna in cui ci si sente inutili, stanche, tristi e forse per darci forza basta guardarci con gli occhi della nostra famiglia.


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