ARMIAMOCI E PARTIAMO
Ho pensato molto se scrivere o meno questo post, avevo in programma di parlare di altro con voi ma poi diciamo che il problema è venuto a me e io non ho potuto aggirarlo.
Sapete che Francesco quest'anno ha iniziato la scuola, in realtà ha iniziato il ciclo di malattie visto che è più a casa con l'influenza che in classe, comunque in fase di iscrizione ho molto valuto la possibilità di fare un iscrizione a 40 ore settimanali o a 25 ore. La possibilità della mensa non mi ha mai affascianato più di tanto, lo ammetto.
Non sono una madre schizzinosa, non sono contraria al mangiare tutti insieme o ai cibi nuovi, però ammetto che adoro l'idea della famiglia che si riunisce per il pranzo (naturalmente lì dove è possibile farlo), sarà antica, sarò un'illusa ma trovo sia quasi fiabesca l'immagine di una famiglia o parte di essa, che intorno al tavolo parla della sua mattinata.
Tutto questo mi ha portato naturalmente a scegliere le 25 ore e avere Francesco a casa per pranzo. La mensa ha tardato ad iniziare, è iniziata solo il 18 dicembre, e tra Francesco malato e il natale, la questione cibo non si è presentata fino al rientro dalle vacanza, quando improvvisamente ho scoperto che i bimbi che facevano le 25 ore, prima 10, si erano dissolti nel nulla e solo mio figlio era rimasto a fare un orario parziale (chiamiamolo così anche se è sbagliata come definizione).
Naturalmente non mi sono posta il problema, mi è dispiaciuto che Francesco fosse solo, ma non mi sono creata minimamente preoccupazione, fino a quando il lunedì (giorno in cui la mensa non si fa) non ho scoperto che dal giorno dopo mi mi veniva chiesto di andare a prendere il bambino prima e che non avrebbe fatto merenda a metà mattina perchè i bambini che partecipavano alla mensa non la facevano per poi mangiare il cibo della scuola e ovviamente non potevano guardare lui mangiare.
Queste due news ammetto che mi hanno stupito molto e devo dire non mi sembrava neanche fossero proprio legali, mi sembravano un abuso (ma voi sapete che io sono un po' fumantina), ma il culmine è stato raggiunto il martedì, quando mio figlio, unico bimbo senza mensa, è stato portato al refettorio a guardare gli altri mangiare in attesa che io arrivassi.
Preciso questo, la legge dice che nessuna persona non autorizzata può entrare in refettorio, e mio figlio non lo era, allo stesso tempo capivo benissimo perchè era stato fatto, una delle maestre era assente e l'unica presente non poteva certo dividersi in due, ma restava il fatto che Francesco aveva guardato gli altri mangiare e loro non potevano guardare lui fare merenda.
E così è iniziata un'indagine che mi ha portato a capire molte cose delle scuole italiane, preciso questo perchè non è una situazione che accade solo nella mia scuola o nel mio paese (come poi ho scoperto) ma succede in tante parti di Italia.
Il Ministero mette a disposizione due possibili scelte di iscrizioni, con e senza mensa (la mensa è un servizio comunale e non scolastico), ma quando i bimbi senza mensa non sono tanti si sceglie di fare delle classi miste e il più delle volte durante l'anno si cerca di convincere i genitori a fargli fare mensa, facendo leva sull'aspetto educativo del mangiare in compagnia e in autonomia.
La domanda a questo punto è: Perchè? Cosa ci guadagna la scuola dalla presenza dei bambini in mensa?
Semplice si riesce a lavorare meglio, perchè la scuola è organizzata in una maniera tale che non permette alle maestre di lavorare bene e le mette in difficoltà. In poche parole nelle classi ci sono due insegnanti, una inizia a lavorare prima la mattina, circa le 7.45, e va via a mensa finita, l'altra la raggiunge più tardi e resta fino al primo pomeriggio. Naturalmente a settimane alternate...
Ovviamente il Ministero si è organizzato perchè la prima maestra, quella che arriva prima, stia con i bimbi che non mangiano, la seconda invece vada in refettorio ma come può una sola insegnante far mangiare 24 bambini piccoli da sola? Certo la aiutano le altre colleghe ma sono tutte nelle stesse condizioni. Se è giusto che mio figlio stia in classe con la sua maestra, perchè è un mio diritto non scegliere la mensa, lo è altrettanto che chi mangia sia assistito e che la maestra lavori in maniera serena.
Se tutti fanno la mensa, il problema si risolve. Ma naturalmente la colpa non è delle insegnanti, ne della preside ma del sistema.
E così ho parlato un po' con le mamme, tutte d'accordo con me ma nessuna disponibile ad intreprendere un cambiamento o una protesta ( "in fondo si è sempre fatto così, a me non costa nulla comprare i buoni pasto, in che ocndizioni lavorano le maestre non sono affar nostro"), ho parlato con le maestre che si sono rese diponibili a venirmi incontro in ogni maniera per le mie necessità con Francesco ma certo non possono cambiare il sistema e non possono clonarsi.
E così ho pensato di andare dalla preside, dopo il mio incontro, non facile da avere, che mi è costato tre mattinate di attesa, mi sono vista dare ragione sull'intero fronte e mi è stato assicurato che mi sarebbero venuti incontro (come già detto dalle maestre) ma mi è stato anche detto che questa era l'unica organizzazione possibile.
Dal giorno dopo Francesco è stato in classe con una maestra (anche perchè fortunatamente la seconda maestra era tornata da un piccolo infortunio), ha fatto merenda ma la maestra che si è trovata ad andare a mensa da sola con tanti bambini è stata comunque in difficoltà e questo non è cambiato.
La mia indagine sul sistema della mia scuola non mi ha portato infatti a scoprire nulla di illegale ma una sorta di difficoltà di gestione che certo non dipende dalla scuola ma dal sistema scolastico italiano ma voglio dire a tutte le mamme, se si hanno dubbi sulle regole che ci vengono proposte, di indagare sempre (anche se l'indagine non dovesse portare a nulla) perchè si tratta del bene dei nostri figli.
PS. Questo post non vuole essere un post che va a evidenziare quanto io sia stata brava, vuol'essere uno sprono a informarsi ed eventualmente a cambiare le cose, a combattere per ciò in cui credete, a fidarvi di ciò che reputate il bene per i vostri bimbi e a non farvi fermare dall'idea che se si è sempre fatto così vuol dire che va bene...le rivoluzioni e i cambiamenti sono un nostro diritto e dovere.
Sapete che Francesco quest'anno ha iniziato la scuola, in realtà ha iniziato il ciclo di malattie visto che è più a casa con l'influenza che in classe, comunque in fase di iscrizione ho molto valuto la possibilità di fare un iscrizione a 40 ore settimanali o a 25 ore. La possibilità della mensa non mi ha mai affascianato più di tanto, lo ammetto.
Non sono una madre schizzinosa, non sono contraria al mangiare tutti insieme o ai cibi nuovi, però ammetto che adoro l'idea della famiglia che si riunisce per il pranzo (naturalmente lì dove è possibile farlo), sarà antica, sarò un'illusa ma trovo sia quasi fiabesca l'immagine di una famiglia o parte di essa, che intorno al tavolo parla della sua mattinata.
Tutto questo mi ha portato naturalmente a scegliere le 25 ore e avere Francesco a casa per pranzo. La mensa ha tardato ad iniziare, è iniziata solo il 18 dicembre, e tra Francesco malato e il natale, la questione cibo non si è presentata fino al rientro dalle vacanza, quando improvvisamente ho scoperto che i bimbi che facevano le 25 ore, prima 10, si erano dissolti nel nulla e solo mio figlio era rimasto a fare un orario parziale (chiamiamolo così anche se è sbagliata come definizione).
Naturalmente non mi sono posta il problema, mi è dispiaciuto che Francesco fosse solo, ma non mi sono creata minimamente preoccupazione, fino a quando il lunedì (giorno in cui la mensa non si fa) non ho scoperto che dal giorno dopo mi mi veniva chiesto di andare a prendere il bambino prima e che non avrebbe fatto merenda a metà mattina perchè i bambini che partecipavano alla mensa non la facevano per poi mangiare il cibo della scuola e ovviamente non potevano guardare lui mangiare.
Queste due news ammetto che mi hanno stupito molto e devo dire non mi sembrava neanche fossero proprio legali, mi sembravano un abuso (ma voi sapete che io sono un po' fumantina), ma il culmine è stato raggiunto il martedì, quando mio figlio, unico bimbo senza mensa, è stato portato al refettorio a guardare gli altri mangiare in attesa che io arrivassi.
Preciso questo, la legge dice che nessuna persona non autorizzata può entrare in refettorio, e mio figlio non lo era, allo stesso tempo capivo benissimo perchè era stato fatto, una delle maestre era assente e l'unica presente non poteva certo dividersi in due, ma restava il fatto che Francesco aveva guardato gli altri mangiare e loro non potevano guardare lui fare merenda.
E così è iniziata un'indagine che mi ha portato a capire molte cose delle scuole italiane, preciso questo perchè non è una situazione che accade solo nella mia scuola o nel mio paese (come poi ho scoperto) ma succede in tante parti di Italia.
Il Ministero mette a disposizione due possibili scelte di iscrizioni, con e senza mensa (la mensa è un servizio comunale e non scolastico), ma quando i bimbi senza mensa non sono tanti si sceglie di fare delle classi miste e il più delle volte durante l'anno si cerca di convincere i genitori a fargli fare mensa, facendo leva sull'aspetto educativo del mangiare in compagnia e in autonomia.
La domanda a questo punto è: Perchè? Cosa ci guadagna la scuola dalla presenza dei bambini in mensa?
Semplice si riesce a lavorare meglio, perchè la scuola è organizzata in una maniera tale che non permette alle maestre di lavorare bene e le mette in difficoltà. In poche parole nelle classi ci sono due insegnanti, una inizia a lavorare prima la mattina, circa le 7.45, e va via a mensa finita, l'altra la raggiunge più tardi e resta fino al primo pomeriggio. Naturalmente a settimane alternate...
Ovviamente il Ministero si è organizzato perchè la prima maestra, quella che arriva prima, stia con i bimbi che non mangiano, la seconda invece vada in refettorio ma come può una sola insegnante far mangiare 24 bambini piccoli da sola? Certo la aiutano le altre colleghe ma sono tutte nelle stesse condizioni. Se è giusto che mio figlio stia in classe con la sua maestra, perchè è un mio diritto non scegliere la mensa, lo è altrettanto che chi mangia sia assistito e che la maestra lavori in maniera serena.
Se tutti fanno la mensa, il problema si risolve. Ma naturalmente la colpa non è delle insegnanti, ne della preside ma del sistema.
E così ho parlato un po' con le mamme, tutte d'accordo con me ma nessuna disponibile ad intreprendere un cambiamento o una protesta ( "in fondo si è sempre fatto così, a me non costa nulla comprare i buoni pasto, in che ocndizioni lavorano le maestre non sono affar nostro"), ho parlato con le maestre che si sono rese diponibili a venirmi incontro in ogni maniera per le mie necessità con Francesco ma certo non possono cambiare il sistema e non possono clonarsi.
E così ho pensato di andare dalla preside, dopo il mio incontro, non facile da avere, che mi è costato tre mattinate di attesa, mi sono vista dare ragione sull'intero fronte e mi è stato assicurato che mi sarebbero venuti incontro (come già detto dalle maestre) ma mi è stato anche detto che questa era l'unica organizzazione possibile.
Dal giorno dopo Francesco è stato in classe con una maestra (anche perchè fortunatamente la seconda maestra era tornata da un piccolo infortunio), ha fatto merenda ma la maestra che si è trovata ad andare a mensa da sola con tanti bambini è stata comunque in difficoltà e questo non è cambiato.
La mia indagine sul sistema della mia scuola non mi ha portato infatti a scoprire nulla di illegale ma una sorta di difficoltà di gestione che certo non dipende dalla scuola ma dal sistema scolastico italiano ma voglio dire a tutte le mamme, se si hanno dubbi sulle regole che ci vengono proposte, di indagare sempre (anche se l'indagine non dovesse portare a nulla) perchè si tratta del bene dei nostri figli.
PS. Questo post non vuole essere un post che va a evidenziare quanto io sia stata brava, vuol'essere uno sprono a informarsi ed eventualmente a cambiare le cose, a combattere per ciò in cui credete, a fidarvi di ciò che reputate il bene per i vostri bimbi e a non farvi fermare dall'idea che se si è sempre fatto così vuol dire che va bene...le rivoluzioni e i cambiamenti sono un nostro diritto e dovere.
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