LETTERA A MIO FIGLIO
Caro figlio/a,
due giorni fa, il 15 ottobre, esattamente il giorno dopo il compleanno del tuo papà, si festeggiava la giornata nazionale dei bimbi mai nati e ogni anno io penso a te. Non voglio dire che io non ti pensi il resto dell'anno, ma semplicemente in questo giorno dedicato a te mi sembra obbligatorio farlo, anche se io e te non ci siamo conosciuti per me resti una parte di me che è andata via.
Voglio raccontarti un po' di noi, io e il tuo papà avevamo deciso da poco di avere un bimbo e poi dopo solo un mese e mezzo da queste decisione, sei arrivato tu, il test era positivo ma qualcosa non andava e io lo sapevo, continuavo ad avere perdite molto simili ad un ciclo e per la prima settimana non ci ho dato peso perchè mia nonna, la tua bisnonna, ha avuto il ciclo fino al settimo mese di gravidanza. Poi però dopo dieci giorni di perdite, ho deciso di andare in ospedale, ero molto agitata, non volevo che mi ricoverassero ma dentro di me sapevo che non andava bene, qualcosa non andava bene. Il dottore non ti ha visto, non ha visto nulla e mi chiesto di rimanere in ospedale per dei controlli, il tuo papà è tornato a casa a prendermi un po' di abiti e io mi sono sistemata in una camera in cui tutte le donne parlavano di operazioni dolorose e interruzioni di gravidanza. L'ambiente non era dei migliori ma io volevo essere coraggiosa, io adesso ero una mamma.
Il giorno dopo i medici nel loro classico giro mi fanno sapere che le beta erano alte e quindi ero incinta, naturalmente io ero contentissima, ma mi dicono anche che faranno un altro prelievo per capire se il livello si alza, confermando la gravidanza, oppure si abbassa. Io forse non ho dato molta attenzione a questa informazione, ricordo di aver chiamato papà per dirgli che tu c'eri, eri lì e il medico non ti aveva visto. Passò un altro giorno e io ero di ottimo umore, la mattina seguente i medici tornarono, fecero il loro classico giro e a me non dissero nulla, poi un medico tornò indietro per dirmi SIGNORA IL BAMBINO NON C'E' PIU', LO HA PERSO.
Eri andato via, forse eri andato via quando io neppure sapevo di fossi, non avevo potuto parlarti, non avevo potuto dirti che avrei fatto tutto per te e non sapevo neppure cosa saresti stato, se fossi una femmina o un maschio. Buona parte degli aborti, questo è il nome della mia perdita, avviene all'inizio della gravidanza, il più delle volte le neo mamme non sanno neppure di essere in attesa, ma non importa perchè si diventa madri nel momento in cui si fa il test e la perdita di un figlio si fa sentire anche se quel figlio non era in programma o non sapevamo di aspettarlo.
Ecco amore mio, io e tuo padre ti abbiamo perso, per noi, un po' di più per me devo dire, è stato un lutto. Ti pensavo molto nei giorni successivi, il mio ginecologo mi disse che non si poteva considerare neppure un aborto perchè non c'era stata proprio l'installazione del feto, tua nonna diceva che se qualcosa non andava era meglio che fosse successo a tre settimane di gravidanza e non dopo, le persone che sapevano mi dicevano che ero giovane e ci avrei riprovato.....era tutto vero ma io avevo perso te e tu non saresti tornato.
Tre mesi dopo sono rimasta incinta di tuo fratello, hai un fratello e si chiama Chicco, è la nostra gioia, è un bimbo allegro e solare, credo sarebbe stato un bravo fratello. Sono diventata madre davvero, ho avuto una bella gravidanza e sono stata davvero bene dall'inizio alla fine, ma questo non vuol dire che non ti abbia pensato sempre. Ti ho pensato durante la gravidanza, quando sentivo i primi calci, quando mi hanno detto che aspettavo un maschietto, quando ho partorito, ti penso oggi, ti penso quando mi balena l'idea di avere un secondo figlio, quando penso ad una femminuccia e mi chiedo se tu lo saresti stata, ti penso sempre amore mio mai nato e penso che tu mi hai reso madre per la prima volta, anche se solo per un giorno e mezzo.
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