I CAPRICCI, L'ARMA DI RICATTO DI OGNI BAMBINO

I bambini piangono dal primo momento che vengono al mondo (anche se io Francesco non l'ho sentito piangere quando è nato e questo mi ha spaventata molto), piangono quando sono più piccoli per fame e sonno, e cominciano a farlo più grandicelli perchè capiscono che può essere un'ottima arma per avere ciò che desiderano.


 
E quando realizzano ciò, inizia la lunga via dei capricci che esattamente non so quando finisce ma quando lo capisco ve lo faccio sapere. Il mio bambino non è particolarmente capriccioso, essendo un bimbo che non va all'asilo, che passa molto tempo con me e non essendo particolarmente viziato, diciamo che non posso consideralo tra i più capricciosi che esistano. Ma nonostante questo, anche lui ha iniziato da qualche mese a fare i capricci e mettere alla prova la nostra resistenza.

Uno studio condotto qualche tempo fa dall’università di Toronto, ha scientificamente dimostrato come il pianto di un bambino sia in grado di togliere concentrazione a qualsiasi genitore. Nello studio sperimentale 12 coppie di madri e padri dovevano, per esempio, individuare i colori di una parola stampata a grandi lettere senza preoccuparsi del suo significato, ebbene, riuscire a farlo mentre il bambino piangeva è diventata per tutti i partecipanti un’operazione di grande difficoltà.



Ma gli studi sul pianto dei bambini, non sono mica finiti qui, proprio in Italia, attraverso studi di risonanza magnetica funzionale sull’attività cerebrale di un gruppo di donne di tre paesi diversi (Italia, Stati Uniti e Cina) i ricercatori hanno poi rilevato che il pianto del bambino attiva alcune specifiche aree cerebrali.

L’area motoria supplementare, associata all'intenzione di muoversi e di parlare,  le regioni frontali inferiori (area di Broca), che sono coinvolte nel linguaggio e le regioni temporali superiori, che sono collegate all’elaborazione del suono. Secondo i ricercatori, un’attivazione alterata di questi circuiti in risposta al pianto del neonato potrebbe compromettere la capacità della madre di mettere in atto comportamenti adeguati o innescare reazioni negative.

Spero con questi dati di non avervi spaventato, in realtà un po' volevo farlo.... ma il mio intento era farvi capire come il pianto dei bambini possa portare gli adulti ha perdere l'equilibrio e la stabilità mentale.



Ecco perchè è così importante imparare a gestire bene il pianto, quando il bimbo è piccolo, e in seguito il pianto da capricci. Se il primo impone una reazione repentina per corrispondere ai bisogno del piccolo, il secondo deve, a mio modesto parere, essere stroncato sul nascere.

Non voglio dire che il bambino non debba fare capricci, voglio dire che dobbiamo fare di tutto per non cedere e fargli capire che piangendo non ottiente tutto. Ho scoperto l'acqua calda mi direte.... forse si, ma io con Francesco ho adottato la tecnica del parlare che riduce di molto i suoi capricci.

Prima alzo un po' la voce, per attirare la sua attenzione, poi gli spiego perchè non può fare una cosa o non può comportarsi in una determinata maniera, gli chiedo di dirmi perchè è arrabbiato e parliamo un po'.

Il più delle volte funziona, in casi estremi se continua a piangere e urlare, per farlo calmare gli chiedo di andare a piangere in un'altra stanza e di tornare quando ha smesso, solitamente lui va via ma a metà strada torna indietro calmo e pronto a parlare.

I capricci sono fisiologici, i bimbi devo farli, specialmente all'età di Francesco, provano i primi sentimenti contrastanti, mettono allla prova le loro capacità di ottenere ciò che vogliono, ma è anche vero che quando diventano un'abitudine frequente possono davvero portare allo sfinimento.

Raccontate come affrontate voi i capricci dei vostri bimbi....



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